Mafia

Cosa nostra e quell’asse Sicilia-Stati Uniti, 5 condanne 

Cinque condanne nel processo scaturito dall'operazione congiunta polizia-Fbi sulle famiglie siciliane e newyorchesi

Pubblicato 10 ore fa

Gup del tribunale di Palermo ha condannato cinque imputati, appartenenti ai clan di tre paesi della provincia di Palermo, coinvolti in un processo su un asse Sicilia-Stati Uniti nel segno di mafia, droga ed estorsioni. Salvatore Prestigiacomo (nato nel 1973) ha avuto 16 anni; Giovan Battista Badalamenti 8 (ma e’ libero negli Usa, dopo che il tribunale del riesame del capoluogo siciliano aveva annullato l’ordine di custodia cautelare); a Salvatore Prestigiacomo (classe 1970) sono toccati 6 anni e 4 mesi e a Isacco Urso 5 anni 6 mesi; a Maria Caruso 4 anni. Sono andati in ordinario Francesco Rappa e Giacomo Palazzolo.

Nel processo erano coinvolte le famiglie mafiose di Partinico (Palermo), Borgetto (Palermo) e Torretta (Palermo), paese di origine, negli anni ’80, di molte casalinghe che portavano in aereo l’eroina raffinata negli Stati Uniti, nascondendola nelle parti e nella biancheria intima. Fu un pezzo dell’inchiesta Pizza Connection, coordinata dall’allora giudice istruttore Giovanni Falcone, in cui si rimisero insieme i rapporti tra la mafia siciliana e quella italoamericana. Tra i coinvolti appartenenti alle famiglie Gambino, i successori di Frank Cali’, assassinato nel 2019 davanti alla sua casa di Staten Island, Francesco Rappa da Borgetto (Palermo), negli anni Settanta arrestato a New York. L’indagine, condotta in collegamento tra polizia italiana e Fbi, aveva portato a ricostruire decine di estorsioni a imprese edili di New York. 

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