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“Falsi invalidi per truffare l’Inail di Agrigento”: 11 condanne, assolto il radiologo Russo

Il radiologo di Aragona, condannato in primo grado ad oltre cinque anni, è stato assolto per non aver commesso il fatto

Pubblicato 3 ore fa

Undici condanne, tutte ridotte rispetto al primo grado di giudizio sia per l’intervento della prescrizione che nel merito, e una assoluzione per non aver commesso il fatto con conseguente restituzione dei beni confiscati e la revoca dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Lo ha deciso la seconda sezione penale della Corte di Appello di Palermo che, in parziale riforma della sentenza del tribunale di Agrigento, ha messo la parola fine al secondo grado di giudizio del processo scaturito dall’inchiesta “Demetra”, l’indagine che ipotizza un giro di aziende false e attestazioni fittizie con lo scopo di truffare Inps e Inail al fine di ottenere dagli enti l’erogazione di indennità di disoccupazione per lavoro mai svolto o indennizzi per infortuni inesistenti. 

A distanza di oltre dieci anni dal blitz, che scattò nel giugno 2013 con l’arresto di sei persone, si chiude il processo di Appello. E ci sono anche dei “ribaltoni”. È il caso del radiologo Salvatore Russo, 48 anni, di Aragona. Il medico, che era stato condannato in primo grado a 5 anni e 6 mesi di reclusione, incassa adesso l’assoluzione per non aver commesso il fatto. Nei suoi confronti è stata disposta anche la revoca dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e la restituzione dei beni confiscati. L’altra assoluzione, perchè il fatto non sussiste, riguarda Cristian Giardino.

Undici le condanne disposte dalla Corte di Appello, tutte ridotte rispetto al primo grado di giudizio. La pena più alta è stata inflitta a Giuseppe Vincenzo Terrazzino, 61 anni, ex consigliere provinciale, ritenuto il personaggio chiave dell’intera inchiesta: 4 anni e 2 mesi di reclusione rispetto ai 7 anni di carcere rimediati in primo grado. A Terrazzino, negli scorsi anni, gli fu confiscato un patrimonio dal valore di 1,5 milioni di euro tra immobili, rapporti bancari, polizze assicurative, automobili e moto. Tre anni e otto mesi di reclusione sono stati inflitti all’imprenditore Giorgio Lo Presti, 71 anni, di Porto Empedocle (in primo grado 6 anni e 10 mesi). Tre anni e sei mesi (rispetto ai 6 anni e 8 mesi in primo grado) al medico dell’Inail Salvatore Conti, 68 anni, di Agrigento. E ancora: due anni e sei mesi di reclusione a Giacomo Giuca, due anni e quattro mesi di reclusione rispettivamente a Giuseppe Gangarossa e Salvatore Tortorici. Un anno di reclusione ciascuno, infine, a Giovanni Salemi, Ernesto Lo Presti, Jessica Giglio, Aymen Merdassi e Francesco Di Grado

Non luogo a procedere, per intervenuta prescrizione, nei confronti di: Angelo Ruben Arrigo, Michele Baldarelli, Carmelo Colombo.

La Corte di Appello ha altresì revocato l’interdizione perpetua dai pubblici uffici a Salvatore Conti, Giuseppe Vincenzo Terrazzino e Giorgio Lo Presti. Revocata anche l’interdizione dai pubblici uffici per la durata di cinque anni nei confronti di Giuseppe Gangarossa, Salvatore Tortorici e Giacomo Giuca. Tutti gli imputati dovranno, infine, risarcire le parti civili costituitesi: l’Inail di Agrigento e la Confederazione Generale Artigianato di Agrigento. Nel collegio difensivo gli avvocati Giuseppe Barba, Giuseppe Scozzari, Luigi Troja, Giuseppe Montana, Antonino Gaziano, Rosa Salvago, Daniele Re e Fabio Inglima Modica. 

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