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La droga in un carico di banane al mercato ortofrutticolo, come nasce l’inchiesta sui clan 

Il ritrovamento quasi casuale di cocaina tra un carico di banane al mercato ortofrutticolo di Agrigento: ecco come nasce l’inchiesta

Pubblicato 8 ore fa

Cinquantuno indagati, trentasei in carcere, quindici ai domiciliari. Sono gli imponenti numeri dell’operazione eseguita all’alba di oggi dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Agrigento, agli ordini del colonnello Vincenzo Bulla, contro i clan mafiosi di Villaseta e Porto Empedocle. Il blitz è il “secondo capitolo” dell’attività investigativa culminata lo scorso 16 dicembre con il fermo di 24 indagati. Adesso, a chiudere il cerchio, arriva anche il provvedimento di custodia cautelare firmato dal gip del tribunale di Palermo, Antonella Consiglio

LA NUOVA ORDINANZA

L’inchiesta – coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dai sostituti Claudio Camilleri, Giorgia Righi e Luisa Bettiol – ha di fatto decapitato due clan “storici” e fatto luce su un fiorente traffico di sostanze stupefacenti gestito (in parte) dalle cosche. La droga, acquistata dal nord Europa tramite grossisti agrigentini trapiantati in Belgio e con l’intermediazione anche di un soggetto vicino alla famiglia newyorchese dei Gambino, arrivava in provincia di Agrigento per poi essere rivenduta al dettaglio anche nel trapanese e nel nisseno. Molti dei soggetti erano già stati raggiunti da misura cautelare nel precedente blitz, ad altri ancora è stata aggravata. Agli indagati arrestati oggi, invece, vengono contestati principalmente reati inerenti al traffico di droga: gente che, secondo l’accusa, gravitava nell’orbita dei clan acquistando e rivendendo cocaina. 

LA COCAINA TRA LE BANANE DEL SUD AMERICA AL MERCATO ORTOFRUTTICOLO 

E dalle pagine dell’ordinanza di custodia cautelare emergono altri dettagli che, almeno fino ad oggi, erano rimasti segreti. Come, ad esempio, la genesi dell’intera inchiesta che ha svelato l’esistenza di un traffico di stupefacenti gestito (soprattutto) dalle cosche mafiose. Di fatto, secondo gli inquirenti, gli esponenti di primo piano dei clan gestivano anche lo spaccio nel territorio di riferimento. Le indagini nascono dal rinvenimento di due ingenti quantitativi di cocaina – tra il dicembre 2021 e il gennaio 2022 – all’interno di un banco al mercato ortofrutticolo di Agrigento. La droga viene scoperta quasi per caso da due commercianti che, controllando un carico di banane proveniente dal sud America, si ritrovano lo stupefacente tra le cassette di frutta. Non ne sapevano nulla. Il fatto dà il via ad una certosina e scrupolosa attività investigativa dei carabinieri che, in breve tempo, monitorano spostamenti e utenze telefoniche fino ad arrivare ad una svolta. Un collegamento tra chi operava in quel mercato ortofrutticolo e i membri del clan di Porto Empedocle. Per gli investigatori è la chiave di volta che permette loro di ricomporre il puzzle e risalire ai protagonisti. Le indagini portano così ai cugini Alfonso e Angelo Tarallo, ritenuti grossisti in grado di acquistare la cocaina nel nord Europa ad un prezzo conveniente. A mettere in contatto i Tarallo con Fabrizio Messina e Vincenzo Parla, quest’ultimo ritenuto al vertice dell’associazione finalizzata al traffico, vi sarebbe stato l’italo americano Angelo Graci, originario di Castrofilippo, legato alla mafia newyorchese dei Gambino. 

GLI ARRESTATI 

In carcere: Fabrizio Messina, 50 anni, di Porto Empedocle; Pietro Capraro, 40 anni, di Agrigento; Gaetano Licata, 42 anni, di Agrigento; Gabriele Minio, 37 anni, di Agrigento; Guido Vasile, 66 anni, di Agrigento; Vincenzo Parla, 54 anni, di Canicattì; Alfonso Tarallo, 45 anni, nato in Belgio; Emanuele Ricottone, 59 anni, di Marianopoli; Angelo Tarallo, 45 anni, nato in Belgio; Angelo Graci, 71 anni, di Castrofilippo; Carmelo Corbo, 47 anni, di Canicattì; Ignazio Carapezza, 34 anni, di Agrigento; Alfonso Lauricella, 59 anni, di Agrigento; Salvatore Damanti, 36 anni, di Agrigento; Giuseppe Sottile, 38 anni, di Agrigento; Giorgio Orsolino, 35 anni, di Agrigento; Cristian Gastoni, 32 anni, di Agrigento; Calogero Prinzivalli, 42 anni, di Agrigento; Michele Bongiorno, 35 anni, di Agrigento; Giuseppe Focarino, 60 anni, di Palermo; Giuseppe Piscopo, 49 anni, di Gela; Alessandro Trupia, 36 anni, di Agrigento; Antonio Puma, 44 anni, di Agrigento; Giuseppe Pasqualino, 34 anni, di Gela; Rocco Grillo, 33 anni, di Gela; Mirko Salvatore Rapisarda, 43 anni, di Gela; Francesco Firenze, 40 anni, di Castelvetrano; Fabrizio Messina Denaro, 58 anni, di Castelvetrano; Cosimo Ferro, 36 anni, di Castelvetrano; Giuseppe Nicastro, 36 anni, di Gela; Stefano Rinallo, 41 anni, di San Cataldo; Domenico Blando, 68 anni, di Favara; Antonio Crapa, 54 anni, di Favara; James Burgio, 33 anni, di Porto Empedocle; Rosario Smorta, 53 anni, di Gela. Ai domiciliari: Nicolò Vasile, 44 anni, di Agrigento; Antonio Salinitro, 25 anni, di Gela; Giuseppe Aliseo, 25 anni, di Canicattì; Alfonso Bruccoleri, 59 anni, di Porto Empedocle; Calogero Bellaccomo, 40 anni, di Agrigento; Massimo Vincenzo Lazzaro, 53 anni, di Agrigento; Valery Di Giorgio, 29 anni, di Agrigento; Stefano Fragapane, 28 anni, di Agrigento; Gioacchino Giorgio, 39 anni, di Licata; Alessandro La Cola, 40 anni, di Canicattì; Calogero Morgana, 39 anni, di Agrigento; Roberto Parla, 47 anni, di Canicattì; Samuel Pio Donzì, 26 anni, di Agrigento; Giuseppe Casà, 29 anni, di Agrigento; Carmelo Fallea, 50 anni, di Favara. 

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