Giudiziaria

“Provoca lesioni e infezioni a padre e figlia durante intervento”, dentista a processo 

A processo un dentista accusato di aver provocato lesioni colpose gravi a padre e figlia

Pubblicato 22 ore fa

Nel giro di un anno avrebbe sottoposto padre e figlia a due interventi di natura odontoiatrica provocando nel primo una sinusite con conseguente malattia e nella giovane un indebolimento permanente della masticazione. La procura di Agrigento ha disposto la citazione diretta a giudizio nei confronti di un dentista con l’accusa di lesioni colpose gravi. Il processo a suo carico, dopo un primo passaggio in aula per l’udienza predibattimentale davanti il giudice Michele Dubini, proseguirà il prossimo 28 aprile davanti il giudice Agata Genna. 

Al centro dell’inchiesta, coordinata dai pm Maria Barbara Grazia Cifalinò e Gaspare Bentivegna, l’operato del medico odontoiatra. I fatti risalgono tra il giugno 2021 e il dicembre 2022 a Canicattì. Il primo ad essersi sottoposto all’intervento è stato il genitore. Gli inquirenti contestano al dentista l’aver provocato “una reazione da corpo estraneo concretizzatosi con due episodi di sinusite mascellare bilaterale dai quali derivava una malattia guarita in venti giorni” e di aver  proceduto “all’estrazione dalla quale derivava un’ulteriore malattia guarita in dieci giorni”. Secondo l’accusa, il dentista avrebbe omesso di effettuare indagini sull’effettiva necessità di estrarre più denti e di sottoporre il paziente ad indagini strumentali che avrebbero potuto accertare se l’osso su cui si sarebbe proceduto all’introduzione dell’impianto fosse adeguato dal punto di vista quantitativo e qualitativo. 

Il secondo episodio riguarda invece una ventottenne, figlia del primo. Al dentista, in particolare, viene contestato l’aver cagionato l’indebolimento della masticazione sottoponendo la ragazza (affetta da malocclusione) ad un trattamento ortodontico fisso sull’arcata superiore e inferiore piuttosto che effettuare una terapia combinata chirurgica ortodontica come previsto dalle linee guida. Le persone offese – padre, madre e figlia – si sono costituiti parte civile rappresentati dagli avvocati Stefano Catalano e Gioacchino Sanfilippo. L’imputato è difeso dagli avvocati Fabio Li Calsi e Alfonso Napoli. 

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