Uccise il cognato a colpi di pistola, 42enne arrestato dopo condanna definitiva
Raimondo Burgio deve scontare 7 anni per l'omicidio del cognato Ignazio Scopelliti, ucciso nel novembre 2018 a Palma di Montechiaro
I carabinieri della stazione di Palma di Montechiaro, guidati dal luogotenente Paolo Scibetta, hanno arrestato Raimondo Burgio, 42 anni, in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dall’ufficio esecuzione penali della Corte di Appello di Palermo. Burgio deve scontare la pena residua di sette anni per l’omicidio del cognato Ignazio Scopelliti, ucciso il 2 novembre 2018 a Palma di Montechiaro. L’arresto è scattato in seguito alla pronuncia della Cassazione che, rigettando il ricorso della difesa, ha confermato la condanna del palmese. L’uomo, al termine delle formalità di rito, è stato associato nella casa circondariale “Pasquale Di Lorenzo” di Agrigento.
La vicenda risale al novembre 2018. Il quarantaduenne esplose diversi colpi di arma da fuoco all’indirizzo di Ignazio Scopelliti, marito della sorella. Alla base dell’omicidio i rapporti ormai logori tra i due parenti e, in particolare modo, i conflitti della vittima con la sorella dell’imputato. Fino all’ultima diatriba sfociata nel sangue. Il delitto fu ripreso da alcune telecamere di sorveglianza e Burgio, dopo essere stato arrestato, confessò. L’imputato venne condannato in primo grado a 17 anni e 4 mesi di reclusione.
In appello la pena fu notevolmente ridimensionata – 10 anni e 4 mesi di carcere – in virtù del riconoscimento delle attenuanti e della provocazione. La Cassazione, infine, annullò quest’ultimo verdetto disponendo un processo bis al fine di valutare la concessione delle attenuanti generiche. Nel secondo processo di Appello la condanna inflitta scese a 8 anni di reclusione riconoscendo che l’imputato “fu ripetutamente provocato con vilipendi e continue minacce, offese e umiliazioni”.