Il massacro di Naro, perizia psichiatrica per stabilire capacità di intendere dell’imputato
Disposta una perizia psichiatrica per valutare la capacità di intendere e volere del 26enne accusato del duplice omicidio di Maria e Delia
Una perizia psichiatrica stabilirà la capacità di intendere e volere dell’imputato al momento dei fatti, la sua eventuale pericolosità nonché la capacità di affrontare il giudizio. Lo ha stabilito la Corte di Assise di Agrigento, presieduta dal giudice Wilma Angela Mazzara, nei confronti di Omar Edgar Nedelkov, 26 anni, oggi presente in aula, ritenuto l’autore del duplice femminicidio di Maria Rus e Delia Zerniscu, brutalmente uccise lo scorso 5 gennaio nel centro storico di Naro. Ad eseguire la perizia sarà lo psichiatra Maurizio Marguglio che riceverà formalmente l’incarico il prossimo 22 novembre.
L’imputato, difeso dall’avvocato Diego Giarratana, è accusato di duplice omicidio aggravato anche dalla crudeltà. L’esito dell’accertamento di natura psichiatrica rappresenta uno snodo cruciale per l’intero processo. Intanto il dibattimento prosegue e questa mattina in aula sono stati sentiti i primi tre testimoni dell’accusa, sostenuta dal pm Elettra Consoli. Si tratta del tenente colonnello Luigi Balestra, ex comandante del Nucleo Investigativo di Agrigento e oggi in servizio al Ros di Palermo, un maresciallo capo appartenente allo stesso Nucleo e un capitano del Ris di Messina. Il primo, rispondendo alle domande delle parti, ha raccontato la genesi e lo sviluppo delle indagini: la chiamata al numero di emergenza dell’imputato, la presenza sui luoghi, le dichiarazioni non lineari e un falso alibi poi smentito dall’ex fidanzata. Il maresciallo, invece, ha descritto le scene del delitto al momento del sopralluogo. Dettagli che hanno rivelato l’efferatezza del crimine tra tracce di sangue sparse per la casa, segni di colluttazione e devastazione. Il capitano del Ris si è soffermato sugli aspetti tecnici, rivelando i risultati dei campioni prelevati nelle due abitazioni. In quella di Delia, ad esempio, sono state rinvenute cinque tracce ematiche il cui profilo biologico combacia perfettamente con quello dell’imputato.
La Corte di Assise ha rinviato l’udienza al prossimo 22 novembre quando, oltre ad essere conferito l’incarico allo psichiatra per la perizia, verrà sentito anche il medico legale intervenuto subito dopo il duplice omicidio. I familiari delle vittime si sono costituiti parte civile, rappresentati dagli avvocati Calogero Meli e Giovanni Salvaggio, così come l’associazione “Insieme a Marianna”, rappresentata dall’avvocato Giorgia Parisi.
IL DUPLICE OMICIDIO
Nedelkov è accusato degli omicidi di Maria Russ, 54 anni, e Delia Zarniscu, 58 anni. Il cadavere della prima è stato rinvenuto quasi completamente carbonizzato nel soggiorno della sua abitazione in vicolo Avenia. La seconda vittima, invece, è stata ritrovata poco più avanti in un lago di sangue nel suo appartamento in via Vinci. Evidenti i segni di colluttazione così come chiare le ferite da arma da taglio. Il duplice omicidio, secondo quanto ricostruito, sarebbe maturato in un contesto di degrado e scaturito da un episodio accaduto durante un festino ad alto tasso alcolico. I sospetti su Nedelkov si sono palesati fin da subito. Il ventiseienne, secondo le indagini del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Agrigento, sarebbe stato il primo a chiamare i soccorsi dopo gli omicidi salvo poi utilizzare il cellulare di una delle vittime. Le immagini delle telecamere di sicurezza lo immortalano sui luoghi del delitto. La testimonianza dell’amico, con cui aveva trascorso la serata insieme a casa di una delle due vittime e con cui aveva avuto anche una colluttazione, è chiara e densa di riscontri. Gli investigatori così si presentano alle nove del mattino nell’abitazione del venticinquenne e nella sua stanza trovano delle scarpe bianche intrise di sangue, compatibili con le impronte rivenute sul luogo del delitto; jeans, camicia e un asciugamano sporchi di sangue. Contestualmente gli investigatori interrogano l’ex fidanzata dell’indagato e il titolare di un bar del paese in cui Nedelcov aveva dichiarato di essersi recato. La prima, dopo iniziali titubanze, ha confermato di aver ricevuto la chiamata del ventiquattrenne che le aveva intimato di mentire ai carabinieri. Il secondo ha smentito categoricamente la presenza al bar dell’indagato. Per gli inquirenti, come detto, il movente è di natura sessuale. Secondo il racconto del testimone presente alla cena, Nedelcov sarebbe stato cacciato da Delia dopo alcune avance. Poi si sarebbe recato a casa di Maria.