Giudiziaria

Il massacro di Naro, al via il processo: chiesta perizia per valutare capacità di intendere e volere 

Omar Edgar Nedelkov, ritenuto l’autore del duplice femminicidio, è comparso per la prima volta in aula per l’apertura del processo a suo carico

Pubblicato 2 giorni fa



Scortato dagli agenti della polizia penitenziaria, aspetto ben curato, una giacca elegante e occhiali da vista. Omar Edgar Nedelkov, 26 anni, è comparso per la prima volta in aula, davanti la Corte di Assise di Agrigento presieduta dal giudice Wilma Angela Mazzara, in occasione dell’apertura del processo a suo carico. È ritenuto l’autore del duplice femminicidio di Maria Rus e Delia Zerniscu, brutalmente uccise lo scorso 5 gennaio nel centro storico di Naro. All’imputato viene contestata anche l’aggravante della crudeltà.

Maria Rus e Delia Zarniscu

La difesa, rappresentata dall’avvocato Diego Giarratana, ha avanzato due richieste preliminari: la volontà di accedere al rito abbreviato e una perizia psichiatrica che stabilisca con certezza l’eventuale capacità di intendere e volere al momento dei fatti, la capacità di partecipare al processo e la pericolosità sociale. La prima richiesta, così come già fatto dal gip, è stata ritenuta inammissibile e pertanto rigettata anche alla luce del fatto che i reati contestati prevedono (eventualmente) la condanna all’ergastolo. Sulla perizia psichiatrica la Corte di Assise si è riservata e scioglierà la riserva il prossimo 28 ottobre. Intanto questa mattina si sono costituiti parte civile i familiari delle vittime, rappresentati dagli avvocati Calogero Meli e Giovanni Salvaggio, e l’associazione “Insieme a Marianna”, rappresentata dall’avvocato Giorgia Parisi. Il pm Elettra Consoli ha depositato la lista dei testimoni – ben venti – che verranno sentiti nel corso del dibattimento.

Nedelkov è accusato degli omicidi di Maria Russ, 54 anni, e Delia Zarniscu, 58 anni. Il cadavere della prima è stato rinvenuto quasi completamente carbonizzato nel soggiorno della sua abitazione in vicolo Avenia. La seconda vittima, invece, è stata ritrovata poco più avanti in un lago di sangue nel suo appartamento in via Vinci. Evidenti i segni di colluttazione così come chiare le ferite da arma da taglio. Il duplice omicidio, secondo quanto ricostruito, sarebbe maturato in un contesto di degrado e scaturito da un episodio accaduto durante un festino ad alto tasso alcolico. I sospetti su Nedelkov si sono palesati fin da subito. Il ventiseienne, secondo le indagini del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Agrigento, sarebbe stato il primo a chiamare i soccorsi dopo gli omicidi salvo poi utilizzare il cellulare di una delle vittime. Le immagini delle telecamere di sicurezza lo immortalano sui luoghi del delitto. La testimonianza dell’amico, con cui aveva trascorso la serata insieme a casa di una delle due vittime e con cui aveva avuto anche una colluttazione, è chiara e densa di riscontri.

Gli investigatori così si presentano alle nove del mattino nell’abitazione del venticinquenne e nella sua stanza trovano delle scarpe bianche intrise di sangue, compatibili con le impronte rivenute sul luogo del delitto; jeans, camicia e un asciugamano sporchi di sangue. Contestualmente gli investigatori interrogano l’ex fidanzata dell’indagato e il titolare di un bar del paese in cui Nedelcov aveva dichiarato di essersi recato. La prima, dopo iniziali titubanze, ha confermato di aver ricevuto la chiamata del ventiquattrenne che le aveva intimato di mentire ai carabinieri. Il secondo ha smentito categoricamente la presenza al bar dell’indagato. Per gli inquirenti, come detto, il movente è di natura sessuale. Secondo il racconto del testimone presente alla cena, Nedelcov sarebbe stato cacciato da Delia dopo alcune avance. Poi si sarebbe recato a casa di Maria.

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