Cultura

“Convertitevi”: l’urlo di Giovanni Paolo II ai mafiosi risuona ancora nella Valle dei Templi

Era il 9 maggio 1993: trentuno anni fa, quando Giovanni Paolo II si trovava per due giorni in Sicilia. Un viaggio attraverso varie tappe a Trapani, Erice, Mazara del Vallo, Agrigento, Caltanissetta per incontrare varie realtà siciliane

Pubblicato 6 mesi fa



Era il 9 maggio 1993. Giovanni Paolo II si trovava per due giorni in Sicilia. Un viaggio attraverso varie tappe: Trapani, Erice, Mazara del Vallo, Agrigento e Caltanissetta per conoscere e incontrare la Sicilia e i siciliani in un momento di particolare difficoltà: la guerra di mafia che aveva fatto contare centinaia di morti ammazzati lungo le strade dell’isola.

Uno dei momenti clou di quella visita pastorale: la celebrazione eucaristica ai piedi della valle dei Templi di Agrigento. Alla fine della messa Giovanni Paolo II pronunciò a braccio parole rimaste indimenticabili, quelle ancora oggi conosciute come l’anatema contro la mafia.

«Dopo tanti tempi di sofferenze avete finalmente un diritto a vivere nella pace. E questi che sono colpevoli di disturbare questa pace, questi che portano sulle loro coscienze tante vittime umane,devono capire, devono capire che non si permette di uccidere innocenti! Dio ha detto una volta: “Non uccidere”: non può uomo, qualsiasi, qualsiasi umana agglomerazione, mafia, non può cambiare e calpestare questo diritto santissimo di Dio!

Questo popolo, popolo siciliano, talmente attaccato alla vita, popolo che ama la vita, che dà la vita, non può vivere sempre sotto la pressione di una civiltà contraria, civiltà della morte. Qui ci vuole civiltà della vita! Nel nome di questo Cristo, crocifisso e risorto, di questo Cristo che è vita, via verità e vita, lo dico ai responsabili, lo dico ai responsabili: convertitevi! Una volta verrà il giudizio di Dio!».

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