“L’uomo che ebbe due funerali”, sabato e domenica al Teatro Posta Vecchia
Al via sabato 3 febbraio alle ore 21, e domenica 4 febbraio alle ore 18, lo spettacolo “L’uomo che ebbe due funerali” al teatro Posta Vecchia di Agrigento
Al via sabato 3 febbraio alle ore 21, e domenica 4 febbraio alle ore 18, lo spettacolo “L’uomo che ebbe due funerali” al teatro Posta Vecchia di Agrigento. L’opera presentata da Carmelo Parisi è tratta liberamente dall’omonimo racconto di Piero Carbone e vede la presenza di Ilaria Bordenca e Francesco Militello. L’ingresso è 10 euro mentre è prevista la riduzione con un costo di 8 euro per gli Under 14 e gli Over65.
Trama dello spettacolo
“L’uomo che ebbe due funerali” liberamente tratto dal racconto omonimo di Piero Carbone, autore racalmutese. Il lavoro racconta le vicissitudini di Don Ferdinando Martino vissuto a Racalmuto alla fine dell’Ottocento. Ricco proprietario terriero, e nell’opposto grande tirchio, il suo funerale passò nell’indifferenza di tutto il paese. All’apertura del testamento, si seppe del suo lascito per costruire un ospedale, e tutto il paese con in testa il Sindaco e l’Arciprete, gli rifecero un nuovo e solenne funerale con la bara sopra un grande carro funebre tirato da quattro cavalli bardati a lusso, e con l’impegno solenne di dedicare una statua a grandezza d’uomo di don Ferdinando. E qui comincia l’azione farsesca sulla collocazione della statua (allusione alla statua di Sciascia?)con finale amaramente comico. E l’Ospedale? La cerimonia della posa della prima pietra venne annunciata e celebrata ben cinque volte… Una messa in scena quella di Rappisi, dove paradosso e umorismo pirandelliano, si fondono nel sentimento del contrario e che qua s’innalza a metafora.“…Un bell’insieme attoriale di cui Rappisi si è consapevolmente assunto il peso di restituirci sulla scena il Don Ferdinando di Piero Carbone con trapassi e sfumature interpretative davvero straordinarie… Un Don Ferdinando cui offre una maschera di devastante metafora per una politica amministrativa che ha perso la sua solennità.” (Diego Romeo).