Giudiziaria

Tangenti per le pratiche di invalidità, medico agrigentino a processo insieme ad altri due 

Il medico agrigentino è accusato di corruzione nell'ambito dell'inchiesta "Vediamoci chiaro" su un giro di tangenti per le pratiche di invalidità

Pubblicato 1 anno fa

Giudizio immediato per il medico agrigentino Rosario Cammalleri, 75 anni, originario di Cattolica Eraclea, e altri due imputati coinvolti nell’inchiesta “Vediamoci chiaro”, una indagine della procura di Palermo e del Nucleo di polizia economico-finanziaria che ipotizza un giro di mazzette finalizzate ad accelerare le pratiche di invalidità civile. Insieme a Cammalleri, al quale viene contestato il reato di corruzione, finiscono a processo anche Pietra Di Fiore, che gestiva un Caf a San Gisueppe Jato, e il venezuelano Carlos Battaglia, una specie di “procacciatore” di clienti. Il processo a loro carico inizierà il prossimo marzo. Lo ha disposto il gip del tribunale di Palermo Alfredo Montalto che ha accolto la richiesta della procura di Palermo. Stralciate, invece, le posizioni di Agostino Genova, 70 anni di Partinico, coordinatore ufficio invalidi civili dell’Asp Palermo, Calogero Randazzo (gestore del Caf assieme a Di Fiore) e Tiziana Guadalupi (collaboratrice di Cammalleri). 

La figura principale dell’intera inchiesta è Agostino Genova, coordinatore ufficio invalidi civili dell’Asp Palermo e presidente della prima commissione invalidi civili e della commissione ciechi civili. La posizione di Genova è stata separata dalle altre anche alla luce di un fatto di notevole importanza: l’avvio di un percorso di collaborazione con l’autorità giudiziaria. Genova è già stato interrogato dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Felice De Benedittis e Giulia Beux il 18 ottobre e il 4 dicembre. Secondo gli inquirenti, Agostino Genova in cambio di denaro e regali avrebbe redatto, anche usando documenti falsi, verbali di riconoscimento di invalidità senza verificare che i richiedenti ne avessero i requisiti. In alcuni casi gli attestati sarebbero stati rilasciati a chi non ne aveva diritto, in altri le tangenti avrebbero contribuito a velocizzare le pratiche. 

Il primo a iniziare un percorso di collaborazione fu proprio il medico agrigentino Rosario Cammalleri in un verbale reso all’autorità giudiziaria lo scorso 26 luglio: “Ho sbagliato giudice, me ne pento. Chiedo scusa alla mia famiglia, ai miei figli a tutte le persone che mi conoscono però il segnale era questo”. E ancora: “Ho dato 9 mila euro per farmi accelerare le pratiche. Per ogni pratica pagavo 250 euro“. L’indagato poi precisa: “Tutti i soggetti indistintamente che io ho presentato in commissione avevano i requisiti per poter avere l’invalidità però il sistema è tale per cui una pratica può giacere anche anni e anni presso l’Inps”. Il ruolo del medico agrigentino, secondo gli inquirenti, sarebbe stato quello di intermediario delle richieste di invalidità inoltrate da soggetti disposti a pagare per ottenere lo status di invalido. Secondo quanto emerso dall’attività investigativa sarebbero stati ben 359 i certificati firmati da Cammalleri tra marzo 2021 e novembre 2022. Pratiche che venivano istruite e portate sul tavolo di Agostino Genova.

Un rapporto stretto quello tra Cammalleri e Genova che avrebbe fruttato parecchi soldi.” Non sempre però tra i due le cose sono andate per il verso giusto. L’1 maggio 2022 viene intercettata una telefonata di importante valore investigativo. Cammalleri si lamenta con Genova del fatto che in commissione non vengano più approvate pratiche come una volta. E non nasconde il suo disappunto. “Tu dal mese di dicembre che non mi approvi più niente e mi pigli per il culo.. a me per il culo non mi pigli.. io ti ho creato e io ti distruggerò..”. Cammalleri, nel verbale, spiega il tenore di quella intercettazione: “Ero arrabbiato perché dal mese di novembre, dicembre dell’anno prima e fino al primo maggio tutte le mie pratiche giacevano presso gli uffici, come poi dovesse fare il dottore Genova per inserirle nel sistema io non lo so”. Poi prosegue: “Tutte le pratiche che io ho presentato erano meritevoli di approvazione, cioè prima esercitavo anche un potere corruttivo nei confronti del dottore Genova ma sempre sulla base della correttezza delle pratiche. Diciamo che alla fine era solo per accelerare i tempi che sono lunghissimi, io oggi ho ancora pratiche di cinque anni fa che non sono state esitate.” Il medico prosegue e racconta il “sistema”: “Diciamo che (le pratiche) me le bloccava appostacome succede normalmente in tutte le commissioni – cioè non è che le commissioni si adoperavano per esitare le pratiche. La legge prevede che le commissioni debbano esitarle entro quattro mesi. In realtà questo non succede mai.” Per questo motivo avrebbe corrotto Genova e racconta come nasce il rapporto tra i due: “L’ho corrotto ripetutamente e continuativamente. Queste cose, come si dice, nascono mangiando…. come quando sboccia un amore, si parlava delle difficoltà che ci sono a livello di approvazione di pratica Inps… abbiamo mercanteggiato e siamo arrivati a questo patto scellerato”.

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