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Aeroporto Agrigento: due o tre cose che il Presidente della Regione dovrebbe sapere

Diego Romeo e Paolo Cilona conversano nella “Sicilia agrigentina”

Pubblicato 2 anni fa

Ha sollevato anche dissensi l’opinione del Presidente della Regione, Schifani, sul mancato aeroporto di Agrigento. Da tempo ce ne occupiamo e due o tre cose è bene che si sappiano, senza svicolare.

“Tante scuse per non realizzare l’aeroporto ad Agrigento. Intanto il Presidente della Regione Schifani restituisca la somma di 35 milioni di euro che era stata assegnata alla provincia di Agrigento per la costruzione dell’aeroporto a Racalmuto, quale prima tranche del costo dell’opera. Una classe politica inetta anziché accelerare la trasmissione del progetto (costato 1.250.000 euro) restituì la somma alla Regione presieduta da Raffaele Lombardo, il quale impegnò la somma a favore del comune di Acitrezza e dello scalo di Fontanarosa. A decidere siffatta operazione l’allora Presidente della Provincia Eugenio D’Orsi. Ora rispunta il presidente Schifani palermitano, per dirci che non sarà possibile realizzare l’aeroporto in ordine ai costi di gestione, indicando il suo impegno per una strada statale che agevola solo la Lercara-Palermo, stante che non esiste alcun cantiere che riguarda la Agrigento-Lercara. Da 70 anni i due poli turistici Palermo e Catania attraverso i poteri politici impediscono il naturale sviluppo turistico della città di Agrigento e della sua provincia. E se Agrigento chiedesse la compartecipazione dei privati alla gestione dell’aeroporto, magari di società cinesi? Un milione visitatori nella Valle dei Templi sono tanti. Il nostro aeroporto dovrà essere a servizio dei voli charter da ogni parte dell’Europa. Agrigento sarà il punto di massima concentrazione turistica dell’Isola. Questo lo comprendono i due poli di Palermo e Catania che remano contro. E poi i due scali perderebbero il 30% della presenza agrigentina”.

In attesa del 2025 quali tra i problemi atavici della città dovrebbero avere la priorità? L’amministrazione attiva della città cosa ha in cantiere per fare assumere concretamente il ruolo di città della cultura?

“I problemi da sottoporre all’attenzione della civica amministrazione sono tantissimi, ma mi permetto suggerire almeno tre: a) la viabilità; b) i posteggi; c) la pulizia delle strade. Per quanto riguarda il primo punto occorre potenziare prima di ogni intervento il corpo dei vigili urbani, per poi passare in rassegna gli incroci stradali attraverso l’installazione di una nuova segnaletica stradale. E qui occorre avviare incontri anche con la provincia stante che diverse arterie sono di competenza dell’ente provinciale. Lo stesso vale per l’Anas. E qui occorre intervenire sui lavori in corso sul Ponte Morandi.Altro aspetto da non sottovalutare è come risolvere l’arrivo in città di pullman carichi di turisti diretti a visitare la Cattedrale e la Biblioteca Lucchesiana.Il secondo problema è ancora più aperto nel senso che il Comune deve chiudere la vicenda con la ditta del posteggio di piazzale  fratelli Rosselli. Per il pluripiano occorre adeguare la struttura secondo la normativa vigente in materia di sicurezza. Il terzo problema al pari dei due precedenti necessità di un nuovo capitolato d’appalto inserendo tra i costi quello relativo alle erbacce. Installare  in ogni parte delle vie e delle piazze più frequentate i cestini getta carta. Sono provvedimenti essenziali per il futuro della nostra città”.

E’ prossima la stagione balneare e come abbiamo fatto in altre conversazioni riproponiamo l’allargamento della strada delle Dune realizzando posteggi e poi prendere contatto con la Capitaneria di Porto per l’utilizzo delle aree a ridosso del fiume Akragas da destinare anch’esse a parcheggi.

Diversa attenzione bisogna riservare a San Leone. Al riguardo bisogna con urgenza chiedere un incontro alla capitaneria di porto in ordine all’utilizzo dell’ampia area a ridosso della foce del fiume Akragas a confine con l’albergo Dioscuri. Avviare come la legge prevede l’esproprio per pubblica utilità di alcune aree lungo il viale delle Dune. Comunque spetterà al Sindaco esporre il programma operativo in vista del 2025 e di rendere la città terra di incontri, ma soprattutto luogo del mito e della storia. Ovvero di rappresentare dopo 2600 anni il fascino dell’antico”.

Si riterrebbe opportuno che il sindaco di Agrigento coinvolgesse altri sindaci della provincia per le loro potenzialità culturali rappresentate dal Teatro di Andromeda, dalla Scala dei Turchi, dalle memorie del Gattopardo e via enumerando.

“Credo che sia interesse del Sindaco di Agrigento invitare i sindaci della provincia in vista del grande appuntamento del 2025. L’entroterra può svolgere un ruolo importante sul piano turistico. Sono tante le località che possono essere di supporto ad Agrigento. E qui vengono alla memoria Santo Stefano di Quisquina con Andromeda  Naro con il suo barocco, Santa Margherita e Palma Montechiaro con il Gattopardo, Favara con il suo castello medievale, Realmonte con la Scala dei Turchi, Canicattì con il beato  Rosario Livatino. Come si vede una terra straordinaria ricca di offerte culturali come Racalmuto con Sciascia e Porto Empedocle con Camilleri. Occorre quindi avviare contatti per creare itinerari turistici culturali”.

Nell’interesse della città converrebbe a tutti i fondatori dell’università agrigentina sedersi a un tavolo e affrontare le future problematiche statutarie.

“Credo che l’unità operativa costituisca  un bene comune e soprattutto una grande opportunità per il Consorzio universitario. Le esigenze strategiche per adeguare lo statuto del Consorzio alle nuove sfide per un suo effettivo rilancio. Questa esigenza ha però bisogno di una condivisione  da parte dei soci fondatori. Allora occorre invitare le parti in causa a ritrovare il punto di incontro per un traguardo di assoluto rinnovamento. La diaspora ci riporta indietro a quella degli anni novanta dove un conflitto tra il Comune e la Provincia per avere una maggiore presenza in Consiglio di amministrazione fece perdere  tempo prezioso in danno del Consorzio”.

Inaugurato il terminal della stazione ferroviaria di Porto Empedocle. Per ospitare l’annunciato “treno della dolcevita” (a qualche migliaio di euro a… cuccetta) o l’inedito Frecciarossa “Porto Empedocle – Milano”?

“È una novità assoluta che merita ogni attenzione per comprendere al meglio l’iniziativa sul piano della promozione del territorio agrigentino.   Frecciarossa o Italo sono treni ad alta velocità, mentre da noi la rete ferroviaria è vetustà con un solo binario. Sono rilievi conseguenziali alla realtà delle attuali infrastrutture esistenti in Sicilia ed in particolare nella nostra provincia. Darò un sereno giudizio dopo l’arrivo a Porto Empedocle del “treno della dolce vita” con a bordo i viaggiatori che hanno pagato il relativo biglietto. Non sono a priori contrario a iniziative rivolte ad accrescere la presenza di turisti”.

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