Fuga da Sebastopoli di Valentina Korsakina
di Letizia Bilella
I venti di guerra che da mesi soffiano in Crimea, oltre a lutti sconvolgenti, hanno portato alla scoperta della storia di quel territorio, da sempre crocevia di lingue, culture, religioni; campo di battaglia di numerosi conflitti.
Una ragazza di origini ebraiche, l’abbandono della propria famiglia e l’esilio dal Paese natale, una nuova identità che apre la strada a una vita inaspettata. Il dramma e la fortuna individuale si fondono con quel frammento di Storia, che ha dolorosamente pesato sulla pelle di milioni di uomini e donne. Sullo sfondo di Sebastopoli, città eroica e gioiello della Crimea, terra ancora oggi dilaniata.
Quella di Valentina è la vicenda personale di chi ha attraversato la storia con le sue perdite e il suo dolore, ma anche di riscatto e rinascita. Un racconto che da voce anche a chi non ce l’ha fatta. Valentina, oltre a perdere gli affetti più cari perderà anche la propria identità, che l’avrebbe etichettata quale ebrea negli anni dell’occupazione tedesca della regione.
La sua fuga le farà attraversare Odessa e Jalta per giungere in Italia passando prima da Bucarest. Ania (questo il suo nome) incontrerà nuova gente che la aiuterà, accogliendola e offrendole giacigli fortuna, fino all’incontro con la signora Schura, nella cittadina di Bachcisaraj, che le affiderà il documento di identità della nipote: Valentina Korsakina.
Gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza trascorsi a Sebastopoli hanno profondamente segnato la sua vita: prima le condizioni di indigenza subite a causa delle discriminazioni di cui era oggetto la popolazione ebrea negli anni di Stalin, poi per la morte della sorella Riva, per l’allontanamento del fratello Grisha, poi ancora per la scomparsa del padre nel corso dell’assedio di Sebastopoli da parte dei nazisti. Ma l’immagine più drammatica è quella dell’addio alla madre.
Mentre attende il treno che le condurrà nei campi di concentramento tedeschi, Ania intuisce il pericolo e riesce a fuggire, ma senza sua madre e il fratellino. Ogni pagina è una sensazione intensa che scuote lo stomaco e ci obbliga a fare i conti con ogni nostra emozione.