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Fallisce il referendum, a Palermo vince Lagalla e Porto Empedocle resta senza Camilleri

Diego Romeo e Paolo Cilona conversano nella “Sicilia Agrigentina”

Pubblicato 3 anni fa

Referendum fallito e declassato. Possibile che lo abbiamo fatto diventare estraneo ai bisogni reali della gente?

“Alla luce della scarsa partecipazione al seggio elettorale, l’Istituto referendario,  ormai ha perduto il suo valore costituzionale. Le urne hanno dato il risultato elettorale conseguente. Il risultato conferma il disamore della gente a recarsi al seggio. Il Parlamento tuttavia ha il dovere di prendere in esame i quesiti referendari e dare adeguate risposte. Il venir meno della partecipazione attiva costituisce una sconfitta del popolo sovrano, ma anche delle forze politiche promotrici insieme  al silenzio di certa stampa e di molte televisioni nazionali e locali”.

Continua la proliferazione delle liste civiche che, tutto sommato, costituiscono un autolesionismo per la democrazia.

“È vero. La domanda è pertinente. A che cosa servono le liste civiche se dopo i risultati elettorali le stesse non hanno più motivo di esistere sul piano politico ed amministrativo.? Muoiono le liste mentre i loro rappresentanti eletti agiranno secondo personale convenienza. Questo sistema prende in giro gli elettori e distrugge la democrazia.  Si tratta di un gioco di specchi creato appositamente dal legislatore per eleggere il sindaco della città. La domanda nasce spontanea. Che attività svolgeranno  le liste dei sindaci dopo i risultati elettorali specie da parte di quelle che non hanno eletto un proprio consigliere? Questa non è vera democrazia ma è solo un modo di creare più soggetti a servizio del candidato sindaco. A questo punto occorre che il legislatore apporti adeguate modifiche alla legge per mettere fine a questa falsa rappresentazione imponendo alle liste civiche norme statutarie al pari dei partiti politici”.

Agrigento con la sua università è stata il trampolino di lancio del neosindaco di Palermo Roberto Lagalla. La nostra città  sembra un passaggio obbligato per le carriere. 

“Bisogna dire che è un uomo principalmente fortunato ma anche un uomo sagace, navigato, molto astuto che ha costruito la carriera politica secondo una propria visione. Grazie al suo modo di fare ha raggiunto tappe importanti. Dal suo primo incarico politico quale responsabile del Consorzio universitario di Agrigento ha saputo tessere amicizie rilevanti con il mondo universitario palermitano, al punto di farsi poi eleggere Magnifico Rettore. E poi autorevole Assessore Regionale alla Pubblica Istruzione ed infine sindaco di Palermo. Un cammino pieno di trionfi, fermo restando che lungo il suo percorso politico non ha mai sbagliato  la sponda. Amico di Alfano, Cuffaro, Fontana, Di Mauro, Miccichè, Musumeci. Sempre in cammino a seminare  l’arte della mediazione. In questo ha superato il suo mentore il prof. Elio Cardinale. Gli auguro buon lavoro per Palermo e di affrontare i tanti problemi della città, primo fra tutti quello di trovare la definitiva soluzione per le tante bare ammassate al cimitero dei Rotoli. Persone defunte che aspettano da troppo tempo di trovare una degna sepoltura e di “respirare” la nuda terra”.

Malumore degli empedoclini per la mancata “Fondazione Camilleri” nella citta natale dello scrittore. A quanti equivoci e inadempienze bisogna risalire per trovare una risposta?

“Hanno poco da lamentarsi gli empedoclini. La famiglia di Camilleri  da sempre ha espresso una forte propensione per Roma anziché per Porto Empedocle. Se la famiglia avesse voluto poteva realizzare all’interno del fabbricato “Fragapane” la Fondazione “Andrea Camilleri” secondo gli auspici di tutti gli eredi e dello stesso Comune di Porto Empedocle. La stessa sepoltura al Cimitero acattolico di Roma era stata voluta dalla famiglia. Una scelta che la ritengo importante in quanto luogo dove sono sepolti tanti artisti, poeti, scrittori, attori, politici, ambasciatori. E qui mi sovvengono  le parole della figlia Andreina: “papà qui avrà tanti amici con cui parlare”. Anche” il fondo Andrea Camilleri” in via Filippo Corridoni a Roma, è nato per espressa volontà delle figlie Andreina, Elisabetta e Mariolina. Del resto Roma per Andrea Camilleri è stata la sua città. Agli empedoclini resta soltanto il piacere di annoverare tra i suoi illustri figli il grande Andrea Camilleri. Tuttavia spetta all’Amministrazione empedoclina di promuovere l’opera e il pensiero di Camilleri, attraverso un programma culturale. Gli empedoclini, se lo vogliono,  attraverso una propria iniziativa possono realizzare un monumento da collocare nella via Roma nella parte opposta dove si erge il monumento a Pirandello”.

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