Assicurare un futuro meno incerto alla “Fondazione Teatro Pirandello”
Intervista ad Alessandro Patti presidente Fondazione Teatro Pirandello
Presidente Patti da qualche giorno lei è stato chiamato alla guida della Fondazione “Teatro Pirandello”. Da agrigentino doc certamente avrà consapevolezza dei problemi da affrontare.
“Intanto, nel ringraziarla per l’opportunità concessami con quest’intervista, partirei da una considerazione politica di carattere generale. L’amministrazione guidata dal Sindaco Miccichè si è intestata un’operazione ardimentosa e velleitaria, osando fare ciò che nessuno sinora aveva fatto: provare a recidere il cordone ombelicale che legava la Fondazione al Comune e spingere sull’acceleratore in vista di una totale autonomia ed indipendenza. L’occasione era stata fornita su un piatto d’argento dal D.Lgs. 39/2013 che aveva sancito l’incompatibilità (la dico in termini spiccioli) tra la carica di Sindaco ed incarichi di vertice in seno ad enti di diritto privato ma finanziati dalla Pubblica Amministrazione. Ebbene il vecchio statuto prevedeva che il Sindaco fosse per ciò stesso il Presidente della Fondazione e che il Consiglio di Amministrazione fosse composto, oltre che dal primo cittadino, da un soggetto nominato dallo stesso e da un membro nominato dall’altro “socio finanziatore”, cioè la Regione Siciliana. Con l’entrata in vigore di quella legge, l’allora sindaco Firetto fu costretto ad autosospendersi e ad affidare il ruolo di vertice politico al membro da lui nominato; ergo il dott. Gaetano Aronica. Per troppo tempo si andò quindi avanti con un vulnus, creatore di potenziali pericoli di stallo e paralisi. Pensate a cosa sarebbe potuto accadere se i due soli membri del CdA avessero votato in modo difforme! Per fortuna questo non è mai accaduto, ma restava una situazione pericolosa per la vita della Fondazione e comunque non in linea col dettato normativo”.
Oggi a che punto si trova il “farraginoso iter”?
“Finalmente, il sindaco Miccichè, sin dai primi momenti del suo insediamento, mise in moto il farraginoso e tortuoso iter politico, amministrativo e burocratico per giungere alla necessitata ed inevitabile modifica dello Statuto, per allinearlo alla normativa vigente. Ed ecco quindi la ghiotta occasione per osare di rendere totalmente indipendente ed autonoma la nostra Fondazione. Insomma, un mio vecchio pallino da sempre”.
Le nuove eredità ricevute vi stanno creando dei problemi?
“Certo, ereditiamo e comunque rimangono alcune spinose ed intricate questioni; su tutte, quelle inerenti i pregressi rapporti economici tra Comune e Fondazione e poi la vicenda relativa alla gestione del personale comunale in forza alla Fondazione. Onestamente si tratta di questioni davvero macroscopiche: occorre una volta per tutte provare a venir fuori dallo stallo e stabilire se la Fondazione abbia 300.000 Euro di debiti o di crediti. Mi rasserena il fatto di essere affiancato da colleghi di grande e comprovata esperienza amministrativa e quindi in grado di affrontare tali temi con la giusta determinazione e con le dovute conoscenze teoriche e soprattutto pratiche. Ovviamente mi riferisco al dott. Andrea Cirino, al dott. Giuseppe Miccichè, al dott. Gaetano Airò ed al dott. Salvatore Nocera Bracco. Ciò detto, il comune sentire di tutti i membri del nuovo CdA è quello di attuare concretamente lo Statuto ed avere perciò come obiettivo quello della diffusione, promozione e sviluppo della cultura, dell’arte e dello spettacolo a tutto tondo”.
In concreto, la “Fondazione Teatro Pirandello” non sarà solo cartellone teatrale.
“Personalmente ritengo occorra al più presto venir fuori da un equivoco, per i miei gusti troppo diffuso: la Fondazione Pirandello non è – o non dovrebbe essere – solo un cartellone teatrale! E’ molto di più; e col nuovo statuto, è adesso congegnata per diventare il principale punto di riferimento, almeno a livello provinciale, in termini di formazione, diffusione e produzione dell’arte in tutte le sue sfaccettature. Da musicante per passione, non riesco ancora a capacitarmi del fatto che, negli anni passati, il Maestro Ignazio Garsia (grandissimo pianista jazz, creatore ed anima della Fondazione Brass Group di Palermo) sia stato il membro del nostro CdA designato dalla Regione Siciliana e che non si sia mai colta l’occasione di una nostra crescita e di una collaborazione con quel fiore all’occhiello a livello internazionale. Per questa ragione, certamente conservando quanto di buono sinora fatto, la nostra missione sarà quella di muoverci nel solco tracciato dall’amministrazione comunale col nuovo Statuto. Il CdA che ho il privilegio di presiedere vuole rappresentare e suggellare un momento di pacificazione, quanto meno nel mondo dell’arte. Agrigento ha dato i natali a fior di artisti, affermatisi nei vari campi. Non esiste alcuna valida, spiegabile e comprensibile ragione affinchè la Fondazione non intrattenga e coltivi rapporti con ciascuno di loro, nessuno escluso”.
Quindi dalle famose “Pat-Singer” di sua creazione a presidente della Fondazione il passo oltre che breve sarà… anche musicale?
“Certo. E fin qui i progetti. Poi ci sarebbero anche i sogni… ed io sogno un” Teatro di verdura” ad Agrigento. Ne abbiamo uno al Parco Icori, mai entrato in funzione. Mi rendo conto che occorre un impegno economico enorme e certamente non affrontabile dalla sola Fondazione Pirandello. Ma chissà, unendo le forze della Fondazione, del Parco Archeologico, della Regione Siciliana, potremmo avere un nostro teatro all’aperto, da rendere attivo da Maggio ad Ottobre. Ma è un sogno, benchè – per dirla con Marzullo – i sogni aiutino a vivere meglio”.
Ci sarà posto, finalmente, per le nostre compagnie teatrali con un loro cartellone in modo che si possano conquistare il loro pubblico e il loro botteghino?
“Su questo punto voglio essere chiaro sin da subito; e lo faccio mutuando il titolo di un concorso indetto dalla precedente gestione e che dovrebbe esserle familiare: “Un teatro per tutti”. Quel progetto, che in molti si auguravano fungesse da apripista, si rivelò purtroppo una mosca bianca. Ecco, la mia idea è quella di trovare una formula che consenta di dare spazio e voce a tutte la realtà artistiche locali; ed ovviamente non solo cittadine. Non amo i concorsi in materia di arte; non capisco come si possa mettere in competizione un coro polifonico con una compagnia teatrale; aborro chi parla di “musica colta”, etc. etc.. Non ho mai dimenticato – e non posso certamente iniziare a farlo adesso, col ruolo che ricopro – che ad Agrigento non esiste soltanto il Teatro Pirandello e che vi sono altri teatri e spazi che la Fondazione non può e non deve ignorare. Ecco, con l’aiuto di tutti coloro i quali hanno qualcosa da offrire (e sono tanti!), insieme all’intero nuovo management della Fondazione, spero di riuscire a trovare la giusta sintesi di questi pensieri variegati ma chiari e nitidi. Mi congedo ricordandole una cosa: “a me me piace ‘o blues””.