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Faida Favara-Liegi: chiesti tre ergastoli e quattro pesanti condanne

Faida Favara-Liegi, chiesti tre ergastoli

Pubblicato 3 anni fa

Tre ergastoli e quattro pesanti condanne. E’ la richiesta del sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, Alessia Sinatra, a margine della requisitoria nel processo che si svolge col rito abbreviato scaturito dall’inchiesta “Mosaico” – eseguita dalla Squadra Mobile di Agrigento guidata dal vicequestore Giovanni Minardi – che ha fatto luce sulla tristemente nota faida Favara-Liegi. Una scia di sangue che dal 2016al 2018 è stata caratterizzata da tre omicidi e altrettanti agguati andati a vuoto. 

L’accusa ha chiesto l’ergastolo per Antonio Bellavia, 50 anni,  Calogero Bellavia, 32 anni, entrambi di Favara, e Calogero Gastoni, 40 anni, di Agrigento. Ai primi due viene contestato l’omicidio di Mario Jakelich, avvenuta nel settembre 2016 a Liegi, e l’omicidio dell’empedoclino Carmelo Ciffa, ucciso in pieno giorno a Favara il 26 ottobre del 2016. A Gastoni viene invece contestato l’omicidio di Emanuele Ferraro, ucciso a Favara l’8 marzo del 2018. 

Le altre richieste di condanna sono: quattro anni e quattro mesi nei confronti di Vincenzo Vitello; otto anni e quattro mila euro di multa nei confronti di Carmelo Nicotra; sedici anni nei confronti di Gerlando Russotto e quattordici anni nei confronti di Calogero Ferraro. 

Un solo imputato ha scelto la via del rito ordinario con il processo che si è aperto negli scorsi giorni davanti i giudici della Corte di Assise di Agrigento: si tratta di Carmelo Vardaro, 45enne di Favara. Quest’ultimo è accusato dell’omicidio di Mario Jakelich  ed il ferimento di Maurizio Distefano avvenuto il 14 settembre del 2016 in Belgio.

Nell’inchiesta sono confluiti una serie di segmenti investigativi su un vasto giro di armi, droga ed episodi di criminalita’ connessi agli agguati. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Giuseppe Barba, Salvatore Cusumano, Salvatore Virgone, Samantha Borsellino, Angelo Farruggia, Annalisa Russello.

Si torna in aula il 3 febbraio per le arringhe difensive.

Questo l’intervento in aula del pubblico ministero, Alessia Sinatra (che con Claudio Camilleri ha curato la requisitoria) laddove evidenzia genesi e motivi dell’inchiesta: “Il presente processo trae origine dalle indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Palermo e delegate alla Squadra mobile di Agrigento, alla Squadra mobile di Palermo ed al Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, aventi ad oggetto, principalmente, una molteplicità di eventi omicidiari ed altre gravissime condotte delittuose,  afferenti  il  traffico  di  sostanze  stupefacenti, commesse, negli ultimi anni, da più gruppi criminosi operanti tra l’Italia – e in particolare la provincia di Agrigento – ed il Belgio – in particolare nel territorio della regione di Liegi. La dimensione internazionale delle attività criminali, peraltro, ha condotto alla costituzione di una Squadra investigativa comune tra la Procura della Repubblica di Palermo e il Tribunal de première instance di Liegi, che aveva avviato proprie indagini a seguito di un omicidio e di un tentato omicidio, commessi proprio a Liegi in data 14 settembre 2016, nei confronti di due cittadini italiani (Jakelich Mario e Distefano Maurizio), originari entrambi di Favara e già noti alle Forze dell’Ordine italiane.

Ebbene proprio le attività congiunte e sinergiche svolte dai due uffici giudiziari e dalla Polizia italiana e da quella belga, in esecuzione del programma investigativo della Sic, hanno permesso di fare fronte alle necessità di un immediato, continuo e diretto scambio e confronto sulle attività investigative in corso contemporaneamente nei due paesi, alla condivisione del materiale probatorio acquisito, alla disamina ed all’approfondi mento di quanto via via accertato e riscontrato.

Si è pertanto riusciti a ricostruire l’evoluzione e le condotte di un pericolosissimo gruppo criminale, inizialmente unitario e dedito al traffico internazionale di stupefacenti e ad altri reati tipici di criminalità organizzata, tale da agire secondo le modalità operative tipiche delle associazioni criminali di tipo mafioso, seppure con alcune peculiarità territoriali.

All’interno di tale gruppo, e per ragioni strettamente connesse agli affari illeciti svolti, nel 2015, scoppiavano dei contrasti che davano origine ad una scissione, prima, e ad una vera e propria faida interna, poi, che, a tutt’oggi, ha fatto registrare la commissione di ben 5 omicidi e di altrettanti tentati omicidi e di altri gravi delitti contro l’ordine pubblico ed il patrimonio, ad essi connessi.

In particolare, le attività investigative han no consentito di ricostruire con certezza un primo agguato commesso a Liegi nel settembre 2016 e, da quel momento, almeno una sequela di altri tre omicidi consumati e tre tentati (commessi tra Liegi e Favara tra il 2016 ed il 2018). In seguito le investigazioni sono state ampliate ad un precedente omicidio, quello di Carmelo Bellavia detto “Melo Carnazza” avvenuto nel gennaio del 2015 a Favara, non oggetto del presente processo, ma che probabilmente è risultato essere all’origine della faida in oggetto.

Peraltro, nel corso delle attività tecniche, sono state intercettate delle conversazioni tra alcuni degli imputati in cui si fa riferimento a ulteriori due tentati omicidi, seppur mai  denunciati, e su cui  fino ad ora  non sono stati acquisiti  decisivi  elementi  di conferma, ma che sono comunque indicativi della feroce contrapposizione instauratasi all’interno dei due gruppi criminali in conflitto.

Deve essere segnalato sin d’ora che le investigazioni sono state caratterizzate da un elevatissimo grado di complessità derivante dalla necessità di dover operare in contemporanea in due Stati, l’Italia ed il Belgio, al clima omertoso e di continuo ostacolo alle attività di indagine che ha permeato ogni singolo evento delittuoso – paradossalmente anche da parte delle stesse vittime e nonostante la gravità dei delitti commessi nei loro confronti – all’efferatezza criminale e allo spessore delinquenziale dei protagonisti.

Appare opportuno anticipare immediatamente un breve excursus della intera faida criminale, i cui dettagli relativi ai diversi fatti – reato, i riscontri e le fonti probatorie, saranno in dettaglio analizzati per ogni singolo evento.

Come detto, all’origine della faida si colloca verosimilmente l’omicidio di Bellavia Carmelo detto Melu Carnazza, avvenuto a Favara in data 26.01.2015. su cui le indagini svolte non erano state inizialmente in grado di fare luce.

I n seguito, a partire dal settembre 2016, tra Favara e Liegi (cittadina belga ove la presenza di oriundi agrigentini, soprattutto favaresi, è particolarmente consistente) si registravano gli eventi criminosi che appare utile riportare schematicamente:

il 14.09.2016 a Liegi si verificavano l’omicidio di Jakelich Mario ed il contestuale tentato omicidio in pregiudizio di Distefano Maurizio (quest’ultimo vero obiettivo dell’agguato);

il 26.10.2016 a Favara veniva commesso l’omicidio di Ciffa Carmelo; il 03.05.2017 a Sclessin – sobborgo di Liegi – avveniva l’omicidio di Sorce Baldassare;

il 23.05.2017 a Favara veniva commesso un agguato che si risolveva nel  tentato omicidio in pregiudizio di Nicotra Carmelo, ed avente quale reale obiettivo ancora una volta Distefano Maurizio, che rimaneva ugualmente ferito;

08.03.2018 a Favara veniva,  infine, commesso l’omicidio  di Ferraro Emanuele.

Peraltro, come accennato, dalle investigazioni sono stati raccolti elementi che conducono a ritenere che nel medesimo periodo temporale siano stati commessi almeno altri due tentativi di omicidio, mai denunciati ne’ segnalati in alcun modo alle autorità inquirenti, ai danni di Ferraro Emanuele (poi effettivamente ucciso) e di Bellavia  Calogero.

Per fugare ogni dubbio che si tratti di una vera  e propria  faida,  ancora  aperta,  tra gruppi criminali spietati, contrapposti tra loro e pronti ad andare avanti fino alla completa eliminazione fisica dei componenti della parte avversa, basti sottolineare sin d’ora che è emerso ripetutamente nel corso delle indagini il fermo proposito da parte degli imputati medesimi, o da soggetti a loro vicini, di continuare nella sequenza omicidiaria, nonostante il rischio di ritorsioni da parte  del  gruppo  avverso e l’attenzione degli organi inquirenti nei loro confronti.

Il susseguirsi cronologico degli eventi cruenti, le conversazioni intercettate, i timori espressi per la propria incolumità da alcuni esponenti dei due gruppi tra un delitto e l’altro, i propositi ritorsivi, le cautele adattate per loro stessi e per i loro familiari, forniscono un palese riscontro dell’esistenza di due schieramenti, ben delineati e all’inizio larvatamente confliggenti, e poi in aperto contrasto a partire  dall’agguato mortale del 14.09.2016 a Liegi.

In seguito, dopo la scissione del gruppo in due  fazioni contrapposte e gli eventi omicidiari che ne seguivano, con il progressivo allontanamento dal territorio favarese del gruppo Distefano (c.d. furia ), l’illecita attività nel campo degli stupefacenti da parte del gruppo Bellavia – Ferraro (c.d. carnazza) continuava, come si accertava grazie al contenuto inequivocabile delle numerose conversazioni tra  presenti registrate a bordo della Renault Modus e del Fiat Fiorino in uso a Ferraro Emanuele (poi ucciso nel marzo 2018), intercettate tra quest’ultimo, Vardaro Carmelo (nei cui confronti si procede separatamente con il rito ordinario) e Russotto Gerlando.

In tali conversazioni i tre discutevano della compravendita di sostanza stupefacente, annotando con cura certosina sia le somme incassate dalle vendite delle dosi agli assuntori che quelle da destinare agli acquisti, effettuati anche in Belgio, come dimostrato dall’arresto di Vardaro Carmelo, in data 11 febbraio 2018, mentre rientrava in autobus, proprio dal Belgio, trasportando 146,719 grammi di cocaina e 36,313 grammi di marijuana. Tale arresto veniva eseguito ad Agrigento dalla Squadra mobile in flagranza di reato, proprio a riscontro dei numerosi elementi emersi dalle intercettazioni circa il traffico di stupefacenti dal Belgio ed al fine di interrompere l’azione criminosa in corso e cristallizzare l’effettivo motivo dei viaggi tra i due paesi.

Invero, i servizi tecnici subito dopo l’arresto facevano emergere l’interesse di Ferraro Emanuele e Russotto Gerlando nell’importazione dello stupefacente sequestrato e il loro tentativo di contattare l’autista Milioto Alfonso, per  avere notizie circa il mancato arrivo a Favara di Vardaro.

Ancora, in diverse circostanze venivano intercettate conversazioni probanti delle palesi e gravi minacce e talvolta violenze – idonee a configurare il delitto di estorsione – rivolte da Ferraro Emanuele e Vardaro Carmelo ad alcuni creditori in ritardo nel corrispondere il pagamento dello stupefacente acquistato, come confermato in sede di sommarie informazioni, dagli acquirenti medesimi.

Altre condotte estorsive finalizzate al  recupero  di  somme  di  denaro  dovute  ai Bellavia per forniture lecite dagli stessi effettuate sono state ugualmente ricostruite grazie alle attività di intercettazione ed alle successive attività di riscontro.

Tale ricostruzione (avente ad oggetto una matrice comune che ha legato tutti gli episodi criminosi) è stata pienamente condivisa dal Giudice della cautela.

Tanto il Gip quanto il Tribunale per il Riesame ed infine la Corte di Cassazione ne danno ampio risalto ed è da questo che bisogna  necessariamente  prendere  le mosse per procedere ad un’attenta valutazione dei sinoli  episodi  che  non  possono  essere oggetto di disamina autonoma priva di una corretta visione d’insieme.

Afferma  in particolare la Cassazione pur chiamata ad esprimersi unicamente al tentato omicidio  in pregiudizio di Nicotra e di Distefano che: “si ritiene provato il contesto mafioso nel quale l’attentato in danno di Carmelo Nicotra e Maurizio Distefano si era concretizzato, rappresentato dalla faida esistente tra il gruppo Bellavia Ferraro e il gruppo Distefano-Nicotra,  che traeva origine dalla scissione dell’originaria cosca           Bellavia-Distefano, storicamente attiva nell’area favarese e impegnata nel traffico di stupefacenti tra l’area agrigentina e il Belgio. Questa faida, in particolare, si era sviluppata lungo un’articolata sequenza di omicidi, tra i quali si richiamavano quello di Carmelo Bellavia, avvenuto il 26/1/2015; quello di Mario ]akelich avvenuto il 14/09/2016, quello di Carmelo Ciffa avvenuto il 26/ 10/2016; quello di Baldassare Sorce, avvenuto il 03/05/2017; quello di Emanuele Ferraro, avvenuto 1’8/03/2018.”

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