Torture a Licata, altri tre arresti: minacce e offerta di denaro per ritrattare versione
Uno degli indagati si sarebbe recato a casa di una delle vittime, durante permesso premio, minacciandolo per ritrattare versione
Minacce, pestaggi e addirittura il tentativo di comprare il silenzio di una delle vittime con l’offerta di somme di denaro dai 50 ai 100 euro. Nuovi sviluppi investigativi sull’ormai tristemente nota inchiesta sulle torture ai danni di invalidi civili a Licata. I carabinieri della sezione operativa della locale Compagnia, guidata dal capitano Francesco Lucarelli, hanno eseguito altre tre ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico dei componenti della banda di torturatori. Una quarta misura (divieto di avvicinamento alla persona offesa) è stata eseguita invece a carico di una ragazza di 27 anni che, secondo quanto ricostruito, avrebbe avvicinato una delle vittime nel tentativo di offrire denaro per fargli cambiare la versione precedentemente dichiarata al magistrato.
I carabinieri hanno anche scoperto un altro episodio di violenza su una nuova vittima grazie alle analisi su uno smartphone sequestrato durante le indagini.
“A bordo di un’auto, i due arrestati vedono nei pressi della stazione di Licata il disabile, ad un certo punto si fermano, uno degli arrestati scende prende per le spalle il disabile e, senza un motivo, gli sbatte la testa per tre volte fra la portiera anteriore e quella posteriore della macchina. Poi, sghignazzando, prendono l’auto e se ne vanno”. Questo il nuovo episodio raccontato a margine della conferenza stampa dal tenente Carmelo Caccetta che guida la sezione Operativa della compagnia di Licata.
Oltre al nuovo caso di violenza, c’è stato un vero e proprio intralcio all’amministrazione della giustizia come spiegato dal capitano Francesco Lucarelli. Di fatti “uno degli odierni arrestati, già raggiunto negli scorsi mesi da custodia cautelare e per questo motivo ai domiciliari, durante un permesso accordatogli dall’autorità giudiziaria per una visita medica avrebbe raggiunto l’abitazione di una delle vittime minacciandola di ritrattare quanto dichiarato ai giudici”.
Gli arrestati sono stati tradotti presso la Casa Circondariale di Agrigento dove rimarranno a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Lo scorso gennaio i carabinieri eseguirono il fermo di tre licatesi – Marco Sortino, 36 anni; Gianluca Sortino, 23 anni; Antonio Casaccio, 26 anni – accusasti di aver torturato e picchiato alcuni disabili per poi postare le immagini sui social network. Nell’aprile scorso i carabinieri arrestarono altri due giovanissimi (appena 15 anni) anche loro accusati di far parte della banda dei torturatori. A questi due viene contestata anche l’aggressione a bastonate ai danni di un ex assessore del comune di Licata che li aveva rimproverati all’interno di una villa comunale.