Aggressioni a infermieri e medici, la Fsi-Usae torna a replicare al Ministro Grillo
Dopo gli ennesimi casi di violenza avvenuti negli ultimi giorni negli ospedali siciliani vittime infermieri e medici il Ministro alla Salute Giulia Grillo scrive oggi su facebook che vuole “riprendere il lavoro in Parlamento per approvare una legge contro le aggressioni agli operatori della sanità”. Alle parole del Ministro Grillo, la Fsi-Usae Sicilia. “Con le misure intraprese l’anno scorso dal Ministro Grillo contro le aggressioni ai sanitari introdotte nel suo ddl approvato il 28 settembre 2018 non è cambiato […]
Dopo gli ennesimi casi di violenza avvenuti negli ultimi giorni negli ospedali siciliani vittime infermieri e medici il Ministro alla Salute Giulia Grillo scrive oggi su facebook che vuole “riprendere il lavoro in Parlamento per approvare una legge contro le aggressioni agli operatori della sanità”.
Alle parole del Ministro Grillo, la Fsi-Usae Sicilia. “Con le misure intraprese l’anno scorso dal Ministro Grillo contro le aggressioni ai sanitari introdotte nel suo ddl approvato il 28 settembre 2018 non è cambiato nulla. Non ha inserito nel suo provvedimento i posti di polizia. Torniamo a chiederLedi coinvolgere il Ministro dell’Interno per autorizzare i posti di polizia nei grandi ospedali metropolitani -è quanto dichiara Calogero Coniglio Segretario Regionale della Fsi-Usae Federazione Sindacati Indipendenti organizzazione costituente della confederazione Usae.
“Approvare una legge per rafforzare la sorveglianza non basta è stato sostanzialmente quello che si è fatto in questi ultimi 5 anni, ma non ha dato i risultati che ci aspettavamo. Al Ministro torniamo a farLe presente che le iniziative di protesta della Fsi-Usae, sulla mancanza di sicurezza del personale sanitario nelle strutture sanitarie siciliane sono state denunciate più volte negli ultimi 7 anni a Procure, Questure, Prefetture, Assessorato regionale della Salute e a Sindaci. Oltre a chiederLe l’istituzione immediata dei posti di polizia fisso, questa segreteria regionale chiede per l’ennesima volta un incontro urgente al ministro Grillo per informarla della situazione della sanità siciliana e sui retroscena che forse non conosce, per darle degli spunti e il nostro contributo, se gradito, in modo da arrestare questo fenomeno indecente e inaccettabile nei luoghi di cura”.
Al ministro ricordiamo che già in parlamento è stato presentato e giace un disegno di legge nato da 72 denunce di aggressioni negli ospedali siciliani negli ultimi 5 anni avanzate da questo sindacato, dossier già inviato sia al ministero della salute e sia al ministero dell’interno”.
“Il disegno di legge e’ il n. 2908 del 21/9/17 “Disposizioni per garantire la sicurezza, l’ordine pubblico e l’incolumità di cittadini ed operatori sanitari presso le strutture ospedaliere e i presidi ambulatoriali di guardia medica”, su iniziativa del 16 senatori. Il disegno di legge tratta di disposizioni che mirano a garantire la sicurezza, l’ordine pubblico e l’incolumità di cittadini ed operatori sanitari presso le strutture ospedaliere”
“Un provvedimento necessario dopo le gravi aggressioni avvenute negli ultimi anni nei pronto soccorso siciliani. Quelli che hanno fatto traboccare il vaso sono stati due casi gravissimi. Basta ricordare il caso di un medico aggredito la notte di San Silvestro scorso presso il pronto soccorso dell’ospedale Vittorio Emanuele perché si era rifiutato di fornire il nome di una ricoverata che aveva avuto un incidente con la moglie di uno degli aggressori. E, nonultimo, nella notte del 18 settembre 2017 il caso di una donna, medico di guardia in servizio a Trecastagni, stuprata da un giovane. Sul disegno di legge sono elencate le nostre denunce nei vari presìdiospedalieri siciliani, circa 63 aggressioni, di cui 12 nel 2015, 14 nel 2016 e 15 nel 2017. Aggiungendo quelle del 2018 e del 2019 è stata una carneficina”.
“Inoltre le conseguenze di questi episodi si ripercuotono, inevitabilmente, sul senso di sicurezza dei cittadini, che proprio presso le strutture ospedaliere chiedono di essere protetti e al sicuro. Ci si trova dunque di fronte a un aumento di violenze, difficilmente arrestabile in forma autonoma, per cui non è rinviabile l’adozione di valide soluzioni volte ad assicurare la sicurezza di chi opera per la salute (medici, infermieri e così via) dei cittadini italiani e per la sicurezza dei cittadini stessi”- conclude Coniglio.